Il Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso la nota pubblicata il giorno 11 dicembre, conferma la riduzione al 50 %, lasciando, dunque, invariati gli importi del diritto annuale dovuto dagli iscritti alla CCIAA.
Come si evince dalla suddetta nota, il diritto camerale anche per il 2020 è calcolato considerando la riduzione disciplinata dal DM 8 gennaio 2015.
In assenza di ulteriori novità, non cambia quindi il totale dell’importo dovuto in misura fissa o proporzionata al fatturato da parte delle imprese. Una “postilla” è rivolta alle Camere di Commercio, le quali potranno aumentare l’importo del tributo del 20% per il triennio 2020-2022. La procedura per poter addebitare l’aumento dell’importo prevede specifici passaggi. In primis, l’adozione della delibera da parte del Consiglio camerale, con la ripartizione tra i diversi progetti; in secondo luogo, non certo per importanza, è la richiesta di autorizzazione al Mise, inviata attraverso Unioncamere.
La sola adozione del provvedimento da parte della CCIAA non consentirà di richiedere alle imprese l’ulteriore importo a titolo di diritto annuale per il 2020. Pertanto, come si evince dalla nota, il provvedimento di autorizzazione del MISE relativo alle richieste di maggiorazione conterrà una disposizione transitoria, finalizzata a consentire il pagamento a conguaglio da parte delle imprese che al 1° gennaio 2020, fino alla data di entrata in vigore del provvedimento, avranno già versato il diritto annuale.